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"Frutto di un reportage effettuato in Turchia dal Settembre 2011 al Marzo 2012, "Sansur" racconta il viaggio di Marco Cesario nelle pieghe del giornalismo in Turchia, un mondo alle prese con una vera e propria campagna d'intimidazione da parte del governo islamico dell’AKP di Erdoğan che non ama particolarmente la stampa indipendente, la stampa curda e la stampa di sinistra. Retate, processi sommari, prove create ad hoc, per i giornalisti che criticano il potere o che cercano di scoperchiare i calderoni fumanti dei complotti ultranazionalisti ed eversivi la vita si fa sempre più dura. Molti sono arrestati o messi sotto processo mai ufficialmente per le proprie inchieste ma perché accusati di essere membri di organizzazioni terroriste (Ergenekon) o di supportare attività eversive legate al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Capi d’accusa ridicoli, prove inesistenti o fabbricate di sana pianta, tutto è sapientemente orchestrato attraverso leggi e misure restrittive che servono a tenere più a lungo i giornalisti lontano dai documenti e dalle inchieste in cui si trovavano coinvolti personaggi vicini al governo o legati alle attività sotterranee della Cemaat, (la Comunità Gülen), una specie di Opus Dei turca supportata anche dai servizi segreti americani che conta milioni di seguaci in tutto il mondo, scuole in 140 paesi e Zaman, il più diffuso quotidiano di Turchia. Il risultato è che in prigione ci sono quasi un centinaio di giornalisti ed i processi contro la stampa sono dell’ordine di alcune migliaia. Cifre che fanno rabbrividire per un paese candidato ad entrare nell’UE. Nel libro l’autore riporta lettere di giornalisti dalla prigione (Zeynep Kuray, Ahmet Şık, Doğan Yurdakul), conversazioni con specialisti dei media e del giornalismo in Turchia (Esra Arsa della Bilgi University, Emre Kizilkaya, redattore dell’Hürriyet, Dogan Özgüden, ex redattore capo ed editorialista del quotidiano socialista Akşam in esilio da 40 anni a Bruxelles) e stralci inediti in Italia de ‘l’Esercito dell’Imam’, libro confiscato dalle autorità e di cui l'autore, il giornalista Ahmet Şık , è stato messo in prigione per un anno. Attraverso un reportage scritto sotto forma di mémoire fatto d’incontri, riflessioni, eventi drammatici che l’autore descrive a colpi di penna (l’arresto di Zeynep Kuray e le retate contro la stampa curda, il calvario dell’editore e giornalista Ragip Zarakolu, le condizioni di vita di Erol Zavar, giornalista malato di cancro e rinchiuso in una prigione di tipo F, create ad hoc per reati legati al terrorismo), l’autore delinea un paese generoso e dalle tinte forti, in cui ad una società civile dinamica e proiettata verso l’Europa si contrappone un governo che sembra preoccupato soltanto a ‘moralizzare’ i costumi del paese e a zittire senza mezzi termini la stampa indipendente". In edicola online su IBS ibs.it/code/9788896400319/…ra-giornalismo.html
e sul sito online della casa editrice biancaevolta.com/libri/Sotto-la…sti-in-turchia

www.facebook.com/marcocesariogiornalista/phot...